Lo sciamanismo è la tecnica dell’estasi, dell’uscita da sé (ék-stasis), dell’ingresso nella sfera della divinità, del viaggio dell’anima. A dare questa serie di definizioni nei loro testi sono due professori universitari, Mircea Eliade e Georges Lapassade; il primo fu filosofo e storico delle religioni presso l’Università di Bucarest e di Chicago, il secondo fu professore emerito di Etnografia e Scienze dell’Educazione all’Università di Parigi.
Lo sciamanismo in senso stretto è, per eccellenza, un fenomeno religioso siberiano e centro-asiatico, spiega Eliade nel suo libro “Lo sciamanismo e le tecniche dell’estasi”. Secondo alcuni autori il termine deriverebbe dalla parola tungusa shaman. Secondo altri, come Shirokogorov, la parola shaman sarebbe estranea alla lingua tungusa e lo sciamanismo, pur avendo radici profonde nell’animismo dei tungusi, sarebbe anche uno degli effetti della penetrazione del buddhismo fra i gruppi etnici dell’Asia nord-orientale.
Il fenomeno magico-religioso dello sciamanismo, scrive Eliade, si è osservato anche in altre parti del mondo, come in Nord America, Sud America, Indonesia, Oceania e altrove. Lo sciamano non è solo un mago o un guaritore, ma come sottolinea Eliade, egli è il gran maestro dell’estasi, lo specialista della transe attarverso la quale si ritiene che la sua anima possa lasciare il corpo per intraprendere ascensioni celesti o discese infernali.
Lo sciamanismo viene solitamente contrapposto alle pratiche della possessione, racconta Georges Lapassade nel suo libro “Dallo sciamano al raver, un saggio sulla transe”. Sebbene infatti le due esperienze, sciamanismo e possessione, comportino entrambe stati di transe e di modificazione della coscienza, esse sarebbero in contrapposizione dal punto di vista dei fenomeni psicosomatici osservati. Infatti, continua l’autore, mentre nello sciamanismo la transe ha per finalità l’uscita da sé e l’ingresso nella sfera divina, nella possessione sono gli dei che entrano nei loro “cavalli”, come dice J.Belo, in chi si fa possedere. E’ come se cambiasse l’intenzione dell’esperienza, nello sciamanismo si tratta di un “entrare in“, mentre nella possessione di un “farsi entrare“.
Stefano Lioni